Il paese di Gragnanella è da sempre legato alle tradizioni popolari che rivivono tramandate di generazione in generazione. In particolare la più sentita è la Festa del Crocifisso che, ogni dieci anni, raccoglie tutti intorno al Crocifisso Ligneo, del quale si riportano sotto informazioni storiche. Durante questi Solenni Festeggiamenti tutti gli abitanti di Gragnanella, ma anche tutti quelli che non vivono più qui, si danno da fare perchè la festa riesca al meglio. Ovviamente non c’è solo lavoro ma anche modo di divertirsi stando tutti insieme.
La galleria fotografica della festa del 2015
Note storiche
Il Crocifisso di Gragnanella, in salice selvatico, realizzato in epoca barocca, è sempre stato tenuto in grandissima considerazione nel paese e nel territorio circostante. Di notevole corporatura (1,86 di altezza, 1,86 nell’apertura delle braccia), capelli castani che cadono sulle spalle, barba folla e pizzo allungato fin quasi a toccare il petto, di modesta levatura artistica e, tuttavia, maestoso e solennemente austero questo Crocifisso deve le sue origini probabilmente, ad un sacerdote attivo e virtuoso, Don Antonio Bertoni di Vergemoli, rettore della parrocchia di Gragnanella dal 1612 al 1670.
Circondato dalla leggenda assai più che dalle notizie storiche accertate il Crocifisso sarebbe il risultato di una visione ascetica di Don Bertoni Il sacerdote, infatti, in un momento di estasi profonda, avrebbe visto, sulla collina di fronte al paese di Gragnanella, tra Sillicano e Filicaia denominata « Il Castello », una luce vivissima, concentrarsi attorno ad una roccia, nella quale si delineò, la figura di un crocifisso. Al Castello sorse da li a qualche, anno dopo, un 0ratorio costituito di una chiesina, un piccolo campanile ed un dormitorio per il custode. In quella sacra costruzione, in seguito denominata « Romitorio del Castello », e solennemente inaugurata il 3 maggio del 1660, fu collocato, forse opera dello stesso Don Bertoni, il Crocifisso che, ancor oggi, con tanta devozione si venera nella Chiesa parrocchiale di S. Bartolomeo a Gragnanella La tradizione popolare ed alcuni scritti sono testimoni di accese rivalità tra gli abitanti di Gragnanella e quelli di Sillicano in merito alla giurisdizione dell’Oratorio e, soprattutto, in merito al possesso del Crocifisso ritenuto miracoloso.
Uno studio di Alcide Rossi sull’argomento (cfr. « Vita Apuana » del 15 luglio e del 26 agosto 1962) tende a dimostrare la legittima appartenenza del Crocifisso a Gragnanella, in base a documenti storici, conservati nell’archivio parrocchiale. Da questa documentazione risulterebbe che, fin dal 1612, campi, vigne, e selve del Castello come molti altri beni del territorio di Sillicano appartenevano alla Chiesa parrocchiale di Gragnanella o a privati. Don Antonio Bertoni dichiara e firma di sua mano di aver comprato i terreni al Mortale e alla «Piletta» in località Castello. E’ inoltre attestato che lo stesso sacerdote fece costruire a sue spese l’Oratorio, proprio là dove prima esiste va un’antica fortificazione. L’Oratorio fu poi soppresso nell’anno 1785, dopo la morte dell’eremita Gaspare Bonaldi da Poggio, che ne era stato l’ultimo custode. Soltanto26 anni dopo, precisamente il 27 luglio del 1811,seguì la vendita del territorio del Castello al sacerdote Giuseppe Terni di Sillicano. Per due se coli, dunque, il Castello pur in territorio di Sillicano, appartenne a Gragnanella la cui parrocchia sarebbe stata responsabile anche della custodia dell’Oratorio. Un anonimo memorialista afferma, viceversa, che la disponibilità delle chiavi dell’Oratorio era lasciata anche al parroco di Sillicano. Ma,vera o falsa che sia,questa affermazione anonima non è certamente sufficiente a mettere in dubbio l’inequivocabile dominio di Gragnanella sull’Oratorio del Castello e sui mobili annessi . Questa voce,comunque, dovette essere motivo di forte apprensione tra gli abitanti di Gragnanella i quali si affrettarono a trasportare in paese gli arredi sacri e il Crocifisso, forse ancor prima di una legittima autorizzazione, che non tardò a venire. La leggenda popolare parla addirittura di un vero e proprio trafugamento del Crocifisso da parte di alcuni tra i più audaci e forti sostenitori di Gragnanella, e di risse furibonde con quelli di Sillicano. Ma leggenda a parte, per porre fine alle discordie, ci volle l’intervento del Duca di Modena Ercole III (1785), che rese esecutivo un provvedimento emanato dall’arcivescovo di Lucca Martino Bianchi, attribuendo la legittima proprietà del Crocifisso a Gragnanella, nella cui chiesa parrocchiale di San Bartolomeo veniva poi solennemente traslato. La festa di S.Croce veniva celebrata il 3 maggio di ogni anno, ora ogni 10 anni. Anche a distanza di tanto tempo Gragnanella ha dimostrato di meritare il Crocifisso che, aldilà di ogni giurisdizione, può appartenere soltanto a chi lo venera con fede.